Il cielo di Gennaio e Febbraio

Rivolgendo lo sguardo in direzione Sud, il cielo della sera a gennaio è dominato dalla costellazione di Orione, il più importante tra gli asterismi invernali che comprendono comunque anche altre costellazioni significative e comprendenti stelle molto luminose.

La costellazione di Orione comprende ben due stelle di prima grandezza poste a due degli angoli del quadrilatero che costituisce il corpo del mitologico cacciatore, la rossa Betelgeuse e l’azzurra Rigel, e ci si può servire di questa costellazione per individuare quelle adiacenti.

Immaginando di unire con una linea le tre stelle che formano la cintura di Orione in direzione Ovest, si raggiunge Aldebaran, la stella più luminosa della costellazione del Toro.


Aldebaran ha un marcato colore rosso-arancione, e il Toro, costellazione di dimensioni più ridotte rispetto ad Orione, ha una caratteristica forma a ‘V’.

Il cielo di Gennaio-Febbraio in direzione Sud

Proseguendo verso Ovest lungo la linea di prima si trovano le Pleiadi, ammasso stellare aperto di stelle giovani (un telescopio di medie dimensioni mostra attorno alle più luminose di esse le nebulosità risultanti dalla loro formazione).

Tornando alla cintura di Orione e spostando lo sguardo verso Est, si incontra Sirio, la stella più luminosa dell’intera volta celeste e della costellazione del Cane Maggiore.

A Nord di Orione, troviamo la costellazione dei Gemelli, con le due stelle di prima grandezza Castore e Polluce.

Prolungando invece in direzione Nord le linee della ‘V’ del Toro si raggiunge il pentagono della costellazione dell’Auriga, di cui Capella è la stella più brillante.

A Ovest del Toro si possono distinguere le costellazioni dell’Ariete e, ormai prossimi al tramonto, il grande quadrato di Pegaso con l’adiacente Andromeda dove è possibile osservare con un binocolo l’omonima galassia.

Tra i Gemelli e Sirio si individua un’altra stella brillante, Procione, la principale della costellazione del Cane Minore.

Più a Est si trova la costellazione del Cancro, formata da stelle poco appariscenti ma comprendente l’ammasso stellare aperto conosciuto come il Presepe, visibile come una nebbiolina anche ad occhio nudo in condizioni di perfetta visibilità e splendido se osservato con un binocolo; al di sotto si riconosce il pentagono di stelle che formano la testa dell’Idra.

Proseguendo verso Est, sta sorgendo il Leone, costellazione del cielo primaverile con la sua stella principale, Regolo.

Rivolgendoci verso Nord, troviamo il Gran Carro che sta salendo rispetto all’orizzonte e ci serve per individuare la stella Polare.

Il cielo di Gennaio-Febbraio in direzione Nord

Dalla parte opposta sta scendendo verso l’orizzonte Cassiopea, le cui stelle in questo periodo si presentano disposte come una lettera ‘M’ appiattita.

Le rimanenti costellazioni coprono una porzione di cielo significativa ma sono formate da stelle poco luminose: citiamo il Dragone, Cefeo e la Lince.

Oggetti interessanti nel cielo di gennaio.

Iniziamo l’elenco degli oggetti del profondo cielo con il già citato ammasso stellare aperto delle Pleiadi, classificato nel catalogo di Messier con la sigla M45.

L’ammasso, distante circa 400 anni luce da noi, è formato da qualche centinaio di stelle e con l’aiuto di un telescopio di media potenza è possibile vedere la nebulosità che ancora le avvolge.

Le Pleiadi sono anche chiamate ‘le 7 sorelle‘ perchè collegandosi alla mitologia Greca i loro nomi sono associati alle sette figlie di Pleione e Atlante; possono venire utilizzate come test per misurare le proprie capacità visive o quelle del proprio binocolo o telescopio: nell’immagine accanto sono raffigurate le stelle e la rispettiva magnitudine così che ognuno possa verificare qual’è la più debole stella che riesce a vedere.

Curiosità: il nome in Giapponese delle Pleiadi è Subaru, e l’asterisma che le raffigura compare nel logo dell’omonima casa automobilistica.

M42, la grande nebulosa di Orione.
L’oggetto più famoso del cielo invernale è senz’altro la nebulosa M42, situata nella spada di Orione in corrispondenza con la stella ThetaOrionis, che risulta essere un sistema di quattro stelle noto come ‘il trapezio‘.

M42 fa parte di un sistema di nebulose che si estende su una buona parte della costellazione di Orione e risulta visibile fotografando la costellazione in una notte limpida; la stessa nebulosa M42 ha un’estensione apparente superiore a quella della Luna; la sua distanza da noi è pari a 1500-1600 anni luce.

La nebulosa è una ‘fucina stellare’, e le osservazioni del telescopio spaziale Hubble hanno individuato quelli che potrebbero essere sistemi planetari in formazione intorno alle neonate stelle.

A breve distanza e sempre facente parte del sistema di nebulose che comprende M42, la Via Lattea che attraversa le principali costellazioni del cielo invernale, offre altri oggetti interessanti: in corrispondenza di Zeta Orionis con un buon telescopio si può individuare la nebulosa Barnard 33 nota come ‘Testa di cavallo‘.

Si tratta di un getto di materia oscura che viene a proiettarsi sullo sfondo più chiaro della nebulosa IC 434; anche in questo caso si tratta di una zona dove nascono stelle, e lo stesso vortice di materia che compone la Testa di Cavallo potrebbe condensarsi in uno o più oggetti noti come ‘Globuli di Bok‘, le aggregazioni da cui si ritiene possano innescarsi i processi che originano le stelle.

Procedendo verso i Gemelli, con un semplice binocolo si individua facilmente l’ammasso stellare aperto M35, distante 2800 anni luce e formato da circa 200 stelle (prevalentemente giganti arancioni e gialle);

La nebulosa granchio, quello che resta di una supernova.
Da Aldebaran, muovendosi verso Nord con un binocolo di media potenza o un piccolo telescopio ci si imbatte in una nebulosa dall’aspetto circolare, che con telescopi più grandi mostra una struttura molto articolata: si tratta di M1, nota come ‘nebulosa granchio’, distante oltre 6000 anni luce, che è costituita dalla materia risultante dall’esplosione di una supernova avvenuta nel 1054.

Lo scoppio rese la stella così brillante da essere osservata in pieno giorno, e la sua comparsa è documentata negli annali degli astronomi Cinesi e da incisioni rupestri dei nativi Americani, mentre curiosamente non vi sono tracce di osservazioni in Europa o da parte degli astronomi Arabi.

La stella che è esplosa nel 1054 ai giorni nostri è diventata una stella di neutroni, caratterizzata da una estrema densità della materia che la compone (una massa paragonabile a quella del Sole risulta condensata in una sfera di una trentina di chilometri di diametro), e dal fatto di ruotare alla vertiginosa velocità di 30 giri su se stessa al secondo.

La stella è una pulsar, ossia emette onde radio a intervalli costanti, e tutta la nebulosa è una forte sorgente di raggi X.

Elenco dei principali oggetti osservabili a gennaio e febbraio

Che cosaNomeCostellazioneDistanza (anni luce)Magnitudine
StellaBetelgeuse – Alfa OrionisOrione6430.42
StellaRigel – Beta OrionisOrione7730.12
StellaAldebaran – Alfa TauriToro650.98
StellaSirio – Alfa Canis MaiorisCane Maggiore8.611-1.46
StellaCastore – Alfa GeminorumGemelli511.59
StellaPolluce – Beta GeminorumGemelli33.71.15
StellaCapella – Alfa AurigaeAuriga42.50.08
StellaProcione – Alfa Canis MinorisCane Minore11.40.34
NebulosaM42 – Grande nebulosa di OrioneOrione13454
Ammasso stellare apertoM45 – le PleiadiToro440-
GalassiaM31 – Grande galassia di AndromedaAndromeda25000004.4
Ammasso stellare apertoM44 – NGC2632 – il PresepeCancro5933.1
NebulosaM1 – Nebulosa del GranchioToro65008.4
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo sui social network:
FacebookTwitterGoogle+Condividi

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

* Copy This Password *

* Type Or Paste Password Here *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>