Nomi | Messier 15, M15, NGC 7078 |
Tipologia | Ammasso globulare |
Costellazione | Pegaso |
Ascensione retta | 21h 30m 42.77s |
Declinazione | +12° 13′ 50.5″ |
Distanza | 33.600 anni luce |
Magnitudine | 6.4 |
Dimensioni | 12.3′ x 12.3′ |
Come osservare l’ammasso globulare M15
Localizzare M15 in cielo non è difficile: il punto di partenza è il grande quadrato che costituisce la parte principale della costellazione di Pegaso: individuato il suo angolo in basso a destra, dove si trova la stella Alfa, si prosegue lungo la “zampa” del cavallo trovando le stelle Zeta (magnitudine 3,4), Theta (magnitudine 3,5) e Epsilon (stella variabile, con un minimo di magnitudine 3,5).
Prolungando verso Nord-Ovest la linea che unisce queste ultime due stelle, con un salto pari a circa la metà la
distanza tra di loro si arriva all’ammasso globulare.
Anche un piccolo binocolo consente di distinguere M15 da una stella, mentre con piccoli telescopi si inizieranno a scorgere le stelle che compongono le sue regioni esterne.
Caratteristiche
Come si può notare osservandolo con un telescopio medio, M15 appare come un ammasso globulare molto condensato: in effetti è probabilmente il più condensato di tutti gli ammassi della nostra galassia.
Il suo diametro supera i 200 anni luce, ma la metà delle sue stelle si concentra in una palla di soli 10 anni luce.
Con il telescopio spaziale Hubble è stata condotta una ricerca volta ad evidenziare l’esistenza di un buco nero che giustificasse questa densità eccezionale di stelle; anche se non è ancora arrivata una risposta definitiva, la presenza di un simile astro è l’ipotesi che meglio spiegherebbe quello che avviene nel nucleo di M15.
All’interno di M15 sono state individuate una nebulosa planetaria e diversi resti di supernova.
La scoperta di M15 è dovuta al francese Maraldi nel 1746, mentre Messier lo osservò indipendentemente nel 1764, senza riuscire a risolvere le stelle che lo compongono.